Il Museo e la sua sede: Palazzo Gozzadini

Il "Museo degli strumenti scientifici storici" ha trovato un pregevole contenitore in alcuni ambienti dell’antico palazzo Gozzadini, sopravvissuto perché, in virtù delle sue caratteristiche costruttive ed architettoniche, fu inglobato dai Gesuiti nell’edificio seicentesco e preservato da demolizioni e radicali trasformazioni. Nello spazio del Museo si realizza pertanto una straordinaria sintesi tra le due "storie" vissute da questo luogo: quella antica, legata all’attività spirituale ed educativa dei Gesuiti, e riassunta nel contenitore; e quella recente del Regio Liceo istituito nel 1860, degnamente rappresentata dal contenuto (strumenti didattici, collezioni, arredi).
Piantina del museo

La storia antica

In via Castiglione, nella piccola chiesa di S. Lucia, demolita dopo l’edificazione dell’omonima grande chiesa, i Gesuiti avevano fissato la loro sede bolognese ed aperto dal 1549 o forse dal 1551 due classi per l’insegnamento del latino. Il successo crescente del loro modello educativo, esplicitato nella Ratio studiorum, aveva moltiplicato i loro collegi per i giovani nobili e borghesi in tutto il mondo cattolico. A Bologna, nell’area di S. Lucia, nel corso del Seicento, essi crearono il Collegio dei Nobili o di S. Francesco Saverio e quello dei borghesi o di S. Luigi; ampliarono poi il convento, demolendo edifici degradati o inadeguati, conservando quelli ben costruiti, come palazzo Gozzadini, e dotando l’imponente ma inameno edificio così ottenuto di uno scenografico portico, quasi un sipario, sopraelevato rispetto alla sede stradale di via Castiglione. L’intervento complessivo ebbe non solo un carattere architettonico ma addirittura urbanistico, poiché nel ridefinire il volto dell’isolato era stato coperto il canale di Castiglione, era stato chiuso il campetto di S. Lucia, un vicolo che collegava via Castiglione a via de’ Chiari, ed era stata edificata la grande chiesa di S. Lucia, che con la sua facciata incompiuta, prospettante sull’ampio sagrato, interrompe ancora oggi la regolarità porticata degli affacci su via Castiglione. Incluso nella più ampia costruzione secentesca ed invisibile all’esterno è quanto resta di palazzo Gozzadini, contenitore degli strumenti storici della didattica del Regio Liceo.

La storia recente

Il Regio Liceo, istituito con decreto Farini il 12 febbraio 1860 e intitolato a Galvani nel maggio del 1865, fu trasferito dai locali dell’Ospedale della Morte al Collegio di S. Lucia nell’anno scolastico 1882-83. Immediatamente preside, professori e genitori cominciarono a lamentare l’inadeguatezza degli spazi, nonostante si fossero compiuti lavori di adeguamento. Il periodo più difficile fu vissuto durante la seconda guerra mondiale. Negli ultimi mesi del 1944 i locali del "Galvani" furono occupati dall’ospedale Pizzardi per i tubercolotici. Per quell’anno la scuola migrò in piazza dei Calderini, fu poi ospitata dai Barnabiti in Palazzo Montalto e nell’anno scolastico 1945-46 il "Galvani" fu accolto dal "Minghetti", poiché il palazzo di via Castiglione dovette subire una radicale disinfezione prima di accogliere di nuovo gli studenti. Lo svolgimento regolare delle lezioni riprese nell’anno scolastico 1946-47. Un vasto patrimonio di strumenti didattici, riferibili alle varie discipline insegnate, soprattutto in ambito scientifico, si è accumulato nel tempo e ha dato occasione di creare questo piccolo museo, inaugurato nel maggio del 1999, e destinato ad incrementarsi man mano che riemergono dall’abbandono, vengono restaurati e valorizzati tali materiali didattici del passato. Con la sola eccezione di qualche prezioso strumento settecentesco, come il tellurio, ciò che è esposto nelle bacheche del museo appartiene alla vita del Regio Liceo fino ad anni recenti.

[Meris Gaspari]